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Stevenson

Le isole di Stevenson


il Venerdì di Repubblica
(6 novembre 2015)

Le isole di Stevenson più belle se tradotte da Corrado Alvaro

di Paolo Mauri

Ricompare presso una piccola casa editrice (Tarka: www.tarka.it) Nei mari del Sud, l’avventuroso diario che di Robert Louis Stevenson dedicò ai suoi lunghi viaggi e soggiorni nelle isole Hawaii, Marchesi, Samoa, etc. nella storica traduzione di Corrado Alvaro.
Quei luoghi, poi divenuti in gran parte paradisi del turismo di massa, sono ancora remoti e selvatici, legati ai rituali arcaici e senza tempo di popolazioni che vivono in modo primitivo, praticano il cannibalismo e non sempre si lasciano convincere dai missionari cattolici e protestanti a cambiare stile di vita e a non mangiare i nemici uccisi.
Gli atolli corallini sono pieni di fantasmi e di morti che circolano tra i vivi. Stevenson dedica diverse pagine a questo argomento raccontando, per esempio, la storia di un pescatore che, andato a pescare con il figlio, veniva regolarmente aiutato nel corso della notte da un individuo non meglio identificato che gli garantiva pesci a non finire. In breve il figlio del pescatore doveva constatare che si trattava di un morto sulla cui tomba venivano portati molti pesci pescati.
Non sempre però la presenza dei morti è spaventosa: ci sono belle signore scomparse che continuano a farsi annunciare da mazzi di fiori come facevano da vive, ma spesso Stevenson nota la presenza di fenomeni di vampirismo analoghi ai nostri. Fantasmi e cannibali a parte, è la dolcezza di queste isole a conquistare Stevenson e con lui i suoi infiniti lettori.

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