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Novelle toscane

di Ferdinando Paolieri

Prefazione di Paolo Ciampi

Edizione: 2020
14×21 cm – brossura con alette
Tot. pagine: 224
ISBN 978-88-98823-57-4
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Descrizione

Un salto nell’atmosfera della vecchia Toscana. Paolieri fa rivivere nelle parole la lezione europea dei macchiaioli.

“…mi piace pensare a uno scrittore che ha saputo mettere insieme il vicino e il lontano. Il vicino mi sembra che si manifesti proprio in queste sue novelle. Di più, nella scelta stessa di scrivere novelle.

A conferma che noi toscani – da Boccaccio in giù – con la novella siamo sempre stati più a nostro agio che col romanzo. E il lontano? Se il vicino è la tradizione toscana, il lontano mi sembra il modo con cui Paolieri fa rivivere nelle parole la lezione europea dei macchiaioli.
Non c’è solo la campagna toscana uguale a se stessa, il bozzetto ambientato magari in una Maremma che è ancora di paludi e zanzare. Ci sono le sue pennellate, incrostazioni di colore che suggeriscono il piacere di raccontare.
Ci sono scene vive, percorse da una particolare animazione, a volte pervase da una sorprendente sensualità. E dentro quelle scene pare che lui ci sia dentro, per questo è capace di portarci anche il lettore.
Forse per questa ragione qualcuno lo ha definito cantore degli ultimi: fossero butteri o contrabbandieri, contadini analfabeti, guardiani di faro o ergastolani in fuga dalle carceri dell’Arcipelago. Certamente cantore di un mondo che non c’è più, che già ai suoi tempi stava sparendo.”
dalla prefazione di Paolo Ciampi

Primi del Novecento: il secondo governo Giolitti inizia nel 1903, il quarto si conclude nel 1914, l’anno in cui Ferdinando Paolieri pubblica la prima edizione di queste sue Novelle toscane. Sono anni di grandi trasformazioni per il panorama culturale: nascono testate giornalistiche, il mercato editoriale si amplia, nascono persino riviste dedicate esclusivamente alla novellistica. La produzione di forme narrative brevi (bozzetti, racconti, novelle – anche se le distinzioni non sono sempre facili) cresce moltissimo, con esiti qualitativi assai variabili. Gli ultimi decenni dell’Ottocento hanno prodotto esempi notevoli di queste forme: da Collodi a Verga, Capuana, De Roberto… ora c’è chi percorre strade ben collaudate, chi cerca e sperimenta vie nuove, chi è legato a più tradizionali ambientazioni rurali, chi esplora le nuove dinamiche della vita delle città, chi è legato alle forme espressive letterarie, chi si avvicina al nuovo ritmo del parlato.

In questo contesto multiforme, Ferdinando Paolieri si ritaglia una propria posizione (a cui arride peraltro un buon successo, nei primi decenni del secolo), molto legato alla sua terra toscana, e alla Maremma in particolare, ma con attenzione a una lingua letteraria temperata dall’esperienza giornalistica, elegante ma anche molto scorrevole, ancora oggi godibile.

Recensioni da Media:

I libri di Mompracem – 4 novembre 2020

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