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FAVE DEI MORTI

Ingredienti

  • 200 g di mandorle dolci
  • 250 g di zucchero
  • 120 g di fior di farina
  • 2 uova
  • Limone
  • Burro o strutto
  • 1/2 bustina di cannella

Fare seccare le mandorle in forno, quindi pestarle insieme con lo zucchero fino a trasformarle in una sostanza farinosa, passandole più volte al setaccio.
Unire questa polvere con la farina e formare sulla spianatoia una fontana entro la quale versare l’uovo sbattuto, un cucchiaio di burro o di strutto fuso, la cannella in polvere e la scorza grattugiata di mezzo limone.

Impastare a lungo per amalgamare bene gli ingredienti, quindi formare un cilindro poco più grande di un pollice e tagliarlo a pezzi lunghi 4-5 cm.

Schiacciare questi pezzi e formare ovali simili a grosse fave, alti mezzo centimetro circa, disporli in una teglia unta sul fondo con burro o strutto e passarli al forno non molto caldo per mezz’ora circa, fino a quando non saranno imbionditi.

Una volta cotte, le fave dei morti diventano croccanti e si possono conservare a lungo.

Le fave fin dal tempo degli Etruschi e dei Romani erano usate nei banchetti in onore dei defunti, perché considerate alimento di espiazione.

In seguito, non si sa bene quando, iniziò la tradizione di questi dolci, a forma appunto di grosse fave, nel giorno della ricorrenza dei defunti, che ai bambini venivano fatte trovare sotto il cuscino o in piatto preparato la sera precedente, come dono portato dai cari estinti.

da “La cucina della Tuscia” – Italo Arieti

La cucina della Tuscia, di Italo Arieti, Tarka edizioni - copertina

Una ricetta e una regione al giorno – da 01/01/2019

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